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Primavera a Palermo [seconda parte] : da Piazza Marina alla Kalsa passeggiando sulle Cattive.

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La passeggiata nel Cassaro era frequentata e anche quella fuori Porta Nuova, ma v’erano delle carrozze che si spingevano fino alla marina, durante il pomeriggio; come v’erano delle anime solitarie che, lasciando il frastuono della maggiore strada della città, preferivano la tranquillità di quella vasta piazza sul mare, nella cui ampiezza il rumore delle poche carrozze si spegneva. Anche sul terrapieno che correva lungo la cortina di mura fra Porta Felice ed il palazzo Butera, con le sue terrazze sulle Mura delle Cattive, così dette perché offrivano un passeggio ritirato alle vedove, si vedeva qualche figura abbrunata o qualche portantina coi pennacchi, le tendine, le frange nere. - L. Natòli - I beati paoli - 1910

Ed inizio a spiegarvela così, la seconda parte della nostra passeggiata pomeridiana a Palermo. In questa parte di Palermo, sul mare di Piazza Marina, tra il Cassaro, Porta Felice e le Cattive. Natòli, splendido autore dei primi del secolo scorso, descrive così bene questo quartiere della città che il mio commento è quasi uno spreco di parole. E chi non ha letto nulla su Palermo, farebbe bene a procurarsi i suoi libri e farsi così un'idea della vita in città e dei suoi posti più magici e belli.

Dunque, l'altro giorno noi eravamo uscite dal localino tranquillo ed accogliente di cui avevamo parlato in questo post per sbucare, da Via IV Aprile in Piazza Marina. La prima cosa che ci si è parata davanti è stata la splendida piazza con la fila di palazzi antichi da una parte, lo Steri dall'altra e dirimpetto i giardini pubblici con i ficus dalle radici pensili, enormi e bellissimi. Nei giorni di calura e scirocco è un vero piacere arrivare alla piazza e trovare refrigerio sotto la chioma splendida e rigogliosa di questi bellissimi alberi.


A destra Palazzo Chiaramonte Steri, sede del Rettorato dell'Università di Palermo è imponente ed arcigno, chiuso come una fortezza [da qui Hosterium, palazzo fortificato]. Costruito nel XIV secolo fu prima residenza dei vicerè spagnoli e poi sede dell'Inquisizione. Al suo interno ora è custodito il bellissimo dipinto di Guttuso, La Vuccirìa. 
Noi abbiamo proseguito verso la Cala e dove il Cassaro cioè Corso Vittorio Emanuele II incontra Piazza Marina ci siamo soffermate a guardare la meravigliosa facciata in stile gotico-catalano della Chiesa di Santa Maria della Catena, chiamata così perché custode della catena del porto di Palermo. Il tempo di scattare alcune foto ed eccoci sul Cassaro, l'asse centrale della città, la sua strada più antica.
Io la adoro: una via stretta, buia, a volte sporca, contornata da palazzi alti e stretti, vecchi e spesso malandati ma testimoni di così tanti eventi del passato. Rivoluzioni, peste, Festini [di qui passa la barca di Santa Rosalia che scende al mare], passeggiate di nobili a cavallo, tiri di carrozze dorate, dame, nobildonne e povera gente. Abitanti, nei secoli, di questa affascinante città. 

Il Cassaro è stato tracciato dai Fenici, poi ridisegnato dagli arabi che gli diedero il nome di al Qasr, la fortificata ed unisce la porta del mare Porta Felice, con la Porta al piano della Cattedrale, Porta Nuova, una delle passeggiate più belle di Palermo. 





Arrivate a Porta Felice, davanti al mare ed al Foro Italico Umberto I, dopo aver aspettato pazientemente che le spose di turno terminassero le foto di rito, siamo salite alle Cattive, la terrazza panoramica di Palermo. Il posto deve il suo nome, come vi ha già anticipato Natòli, alle cattive cioè le vedove, in dialetto siciliano. La parola deriva dal latino captivae, prigioniere [del dolore del lutto, certo, ma questo la dice lunga anche sulla libertà delle donne dell'epoca] e deriva dal fatto che qui le vedove  in gramaglie potevano passeggiare lontane dal resto del "mondo",  sole ed al riparo di occhi indiscreti. 
Respiriamo l'aria di mare che è appena oltre la passeggiata del Foro e che si vede bene anche dalle mura e camminiamo pensierose. Io gusto ogni passo in questo tripudio di palazzi nobiliari da una parte ed il mare dall'altra. Dalla Scalinata di Piazza Santo Spirito il Palazzo Butera, splendido e decadente la fa da padrone: da qui non si vedono i magnifici saloni delle feste ricchi di stucchi ed ori, tappezzerie pregiate e specchi sontuosi. I pavimenti sono in granito decorato, mentre le ampie terrazze esterne sono decorate con piastrelle policrome antiche e splendide. 
Immaginatelo come l'ho visto io ad una festa: i lampadari in vetro di murano tutti accesi, i saloni aperti al pubblico, splendenti, musica in sottofondo. Le terrazze illuminate dalle torce, il profumo dei gelsomini nell'aria: un un posto affascinante, ricco di storia e di fascino retrò. 
Dopo Palazzo Butera palazzo Benso, poi Palazzo Lanza Tomasi ed eccoci dall'altra parte alla Salita Mura delle Cattive tra San Domenico, Via Butera e Via Torremuzza, nuovamente alla Kalsa.
Verso Santa Teresa alla Kalsa non resistiamo e scattiamo ancora qualche foto alla splendida Porta dei Greci un tempo incastonata tra i Bastioni del Tuono e di Vega, ora Palazzo Forcella de Seta,  davanti Piazza Kalsa. Ma il nostro posteggiatore che sonnecchiava all'ombra di uno spelacchiatissimo pino marittimo insieme ai suoi conterranei tunisini si è accorto che ci dirigiamo verso la macchina e ci tiene d'occhio venendo verso di noi in modo apparentemente casuale. Gli abbiamo già lasciato una bella mancia, ragion per cui saliamo in macchina e salutandolo ce ne andiamo. 

Siamo in macchina e stiamo già pensando alla prossima visita della città. Voi cosa dite: Cappella Palatina e Palazzo Reale o Chiesa di San Giovanni degli Eremiti? Ma sono vicini vicini... mi sa che non resisteremo e li visiteremo tutti!








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